Il fitocomplesso è l’insieme di tutti i principi attivi presenti nei tessuti di una pianta officinale e delle loro reciproche interazioni. È stato ampiamente dimostrato dalla sperimentazione che la pianta nel suo insieme è molto più attiva dei suoi componenti presi separatamente. Le sostanze che compongono un fitocomplesso non sono tutte classificate; alcune compaiono solo in tracce, altre sono prodotte da esiti chimico-biologici che solo la complessità del vivente può elaborare.
La chimica moderna “costruisce” nei laboratori i principi attivi che le piante contengono, isolando una piccola frazione di quella “vita vegetale” dal suo contesto globale, delimitando la loro azione che potrà così essere solamente parziale, trattandosi di una parte rispetto al tutto.
Ciò non ne sminuisce la valenza salutistica, che in questo caso è mirata a risolvere il disturbo in maniera veloce e circostanziata, ma risponde in qualche modo ad una logica di “farmaco-equivalenza” che supporta il presupposto “disturbo-rimedio”, in una visione molto riduttiva della Fitoterapia se intesa secondo una prospettiva olistica.
L’utilizzo del fitocomplesso risulta invece attivo su diversi livelli, proprio grazie alle differenti categorie di principi attivi contenuti nella complessità del vegetale così come si trova in natura. Quest’ultima si sovrappone a quella dell’individuo, creando un “sistema uomo-pianta” e una sinergia tra le parti portatrice di sostegno, benessere e di recupero dell’equilibrio.
Questo approccio indubbiamente più olistico, preso maggiormente in considerazione dalla Naturopatia, è coerente con la scelta di non considerare il singolo sintomo isolatamente, ma di contestualizzarlo in un quadro che tenga conto della storia individuale e delle caratteristiche di ciascuna persona. Si evita così la somministrazione di un rimedio uguale per tutti quanti soffrano del medesimo disturbo, ignorando che la stessa manifestazione può essere generata da cause e concause molto differenti.
I fitoderivati presenti sul mercato sono il risultato di un procedimento estrattivo differenziato, ciascuno con la propria specifica attività salutistica e modalità d’azione caratterizzante.
Essi spaziano tra quelli che determinano le migliori condizioni cellulari e tissutali per agevolare le funzioni organiche ed intervenire sulle cause di un disordine, ad altri che intervengono in un ambito più mirato e circoscritto, restringendo il campo di intervento ad un’azione efficace ma meno globale.
Il lavoro del Naturopata comprende il discernimento dei fitoderivati appropriati che contengano il maggior numero di funzioni svolte dalle piante, utili a sostenere le sofferenze specifiche di una persona.
Il laboratorio umano rimane pur sempre un’imitazione del “laboratorio natura”, dove non è ancora possibile penetrare tutti i sapienti segreti che essa ha nascosto nel profondo delle sue creature.
È forse insolito ma sicuramente stimolante, osservare sotto un’angolazione diversa, come se tutto il mondo vegetale che circonda la vita di ognuno fosse una bellissima ed inesauribile “farmacia”!
I piani d’azione degli oli essenziali sono numerosi, essi interagiscono con l’organismo attraverso diverse vie e su differenti livelli.
✓ Assunzione orale: bocca-stomaco-intestino tenue e crasso
✓ Uso topico: pelle-linfa-sangue-organi interni
✓ Via aerea: polmoni-bronchi-sangue-organi
✓ Olfatto: naso-sistema nervoso
✓ Corpi sottili: vibrazioni-centri energetici-canali energetici.
Sul piano corporeo i loro principi attivi esercitano un’attività antivirale, antibiotica, antimicotica, mucolitica, astringente e molto altro, svolgendo una funzione preventiva e curativa, di sostegno anche al sistema immunitario. Sono insostituibili alleati nel massaggio, nella cura del corpo, nell’estetica e nel benessere.
Sul piano psichico, gli oli essenziali innescano una serie di reazioni che trasformano il segnale olfattivo in impulso elettrico diretto al cervello, più precisamente al sistema limbico, parte antica del sistema nervoso sede di memorie, ricordi, affettività, emozioni e creatività.
Tale “cervello emotivo” regola le funzioni neurovegetative: ad esempio respirazione, circolazione sanguigna, digestione, produzione di ormoni. Si comprende, dunque, in che misura ogni essenza aromatica potrebbe influenzare in direzione calmante o stimolante tali funzioni.
Solo in un secondo momento i segnali arriveranno alla corteccia celebrale, sede della razionalità e del pensiero logico.
Sul piano sottile, gli oli essenziali sono un validissimo strumento per operare a livello vibrazionale. Essi, possiedono infatti una frequenza molto elevata in grado di influenzare, per principio di risonanza, il campo energetico della persona. Ciò favorisce lo scioglimento del disagio, sostenendo la creazione di un nuovo equilibrio, prima che la manifestazione del malessere si riversi sul corpo fisico come malattia.
È fondamentale ricordare che gli oli essenziali possiedono proprietà notevolmente differenti gli uni dagli altri. Essendo sostanze molto concentrate che agiscono in maniera profonda, devono essere utilizzati con competenza, buon senso e rispetto.
Alcuni di essi sono tossici, dermocaustici, irritanti, fotosensibilizzanti, abortivi o pericolosi per specifiche patologie. Il non corretto utilizzo può determinare rischi anche gravi per la salute.
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